Marisa Faioni - psicologa psicoterapeuta psicoanalista, psicoterapia per adulti, adolescenti, coppie, sostegno alla genitorialità, sostegno alle

psicologa psicoterapeuta psicoanalista - Milano

psicoterapia per adulti e adolescenti

psicoterapia individuale, di coppia, di gruppo

psicoterapeuta per gruppi: maternità,  genitorialità

psicologa psicoterapeuta psicoanalista psicoterapia per adulti, adolescenti, coppie sostegno alla genitorialità, sostegno alle famiglie allargat

Gruppi di sostegno

 

• DI FIGLIA IN MADRE

COLLOQUI DI GRUPPO FRA MADRI PER UN SOSTEGNO ALLA GENITORIALITÀ

 

 

I colloqui si rivolgono a tutte le donne divenute madri che siano interessate ad esplorare come interpretano il ruolo materno, per divenire più consapevoli di ciò che avviene nella relazione con i figli, più capaci di sintonizzarsi con i loro bisogni senza per questo sacrificare eccessivamente i propri e più autorevoli senza essere autoritarie.

A volte, il peso dei dubbi, delle fatiche e dei sensi di colpa della maternità è un fardello troppo pesante da portare da sole. In una cultura che fa ancora della figura della madre il perno di ogni cura (salvo non offrirle sufficienti aiuti per contemperare famiglia e lavoro), condividere con persone della stretta cerchia familiare o amicale ciò che è vissuto anche come un motivo di inadeguatezza o di vergogna può risultare difficile. Il gruppo di madri che portano ciascuna la propria esperienza, connotata a tratti da situazioni critiche, in uno spazio protetto e garantito da una psicoterapeuta, facilita il confronto e la condivisione, alleviando la solitudine e consentendo di rispecchiarsi reciprocamente, ma anche di scoprire nuove chiavi di lettura degli accadimenti penosi.

Poiché l’esperienza del divenire madre è profondamente intrecciata, e in buona parte dipendente, dall’esperienza dell’essere inevitabilmente anche figlia, nel raccontare le vicende dell’oggi si potranno riattraversare anche quelle del passato, per rintracciare quelle modalità disfunzionali di relazione che involontariamente si sono fatte ripetitive e per avviare un percorso che porti ad affrancarsi da esse.

 

Colloqui individuali preliminari: per la formazione del gruppo è necessario che vengano svolti preliminarmente colloqui individuali al fine di meglio comprendere la domanda di cui ogni madre potenzialmente interessata è portatrice e di chiarire la proposta. Il colloquio preliminare è gratuito.

 

È prevista la partecipazione di un numero minino di 6 persone per attivare il gruppo.

 

Il numero minimo di incontri è 10, ulteriormente estensibile su richiesta dei partecipanti.

 

Gli incontri  hanno la durata di 2 ore.

 

Gli incontri sono a cadenza settimanale.

 

 

 

 

 

 

• FAMIGLIE ALLARGATE: DA FATTORE DI DISAGIO A CONDIZIONE DI  POTENZIALE SOSTEGNO RECIPROCO CON RIGUARDO AI BAMBINI E RAGAZZI CHE VI CIRCOLANO

COLLOQUI DI SOSTEGNO IN GRUPPO PER  ADULTI

CHE VIVONO A DIVERSO TITOLO L’ESPERIENZA DELLA FAMIGLIA ALLARGATA

 

 

I colloqui di gruppo sono rivolti a tutte quelle persone che, a diverso titolo, si trovano a far parte di una famiglia allargata in cui tensioni irrisolte creano disagio. Il loro sentirsi spaesate può derivare anche dall'essere prive della possibilità di fare ricorso ad esperienze pregresse, proprie o delle generazioni precedenti, per trovare una via di uscita dal malessere, considerando che il fenomeno delle famiglie allargate odierno è piuttosto recente, anche se diffuso (una volta per famiglia allargata ci si riferiva a nuclei familiari in cui convivevano esponenti di più generazioni; oggi, questa terminologia viene comunemente usata per indicare quell’insieme di nuclei che si creano per effetto della separazione di fatto o legale di una coppia con figli e dalla ricostituzione di un nuovo nucleo, da parte di uno o di entrambi i genitori, da cui possono o meno essere nati nuovi figli).

 

Il fatto che la prassi sociale non abbia ancora individuato parole nuove per nominare le relazioni all'interno delle famiglie allargate la dice lunga sul non riconoscimento di certi ruoli: basti pensare anche solo alle parole "matrigna/patrigno", "figliastro/a" "fratellastro/sorellastra" per comprendere il vuoto di riferimenti che investe queste relazioni.

 

La possibilità di confrontarsi fra persone che ricoprono differenti ruoli nell’ambito di diverse famiglie allargate di appartenenza, ruoli anche vissuti come antagonisti nella propria (es. un padre divorziato e il nuovo compagno della madre, o una madre separata e la nuova compagna del padre), ma altrettanto sofferenti, consente di empatizzare con punti di vista e sentire diversi, aiuta quindi a decentrarsi rispetto al proprio modo di vivere e soffrire la complessa realtà familiare, modo che perciò smette di avere quel carattere assoluto e perentorio che aveva in origine.

Nel gruppo si cercherà anche di focalizzarsi sui possibili effetti delle proprie scelte e comportamenti  sulla mente dei bambini e dei ragazzi che circolano in ogni famiglia allargata.

 

Stante la natura di “vasi comunicanti” dei vari nuclei presenti in una famiglia allargata, è sufficiente che sia fortemente sofferente anche solo un membro o nucleo perché tutto il sistema ne risenta. Per questo è importante che ogni partecipante cerchi di vedere anche attraverso lo sguardo di ogni altro, non per rinunciare ai propri legittimi bisogni affettivi, ma per saperli negoziare con quelli altrui. Nessuna relazione è infatti in grado di durare a lungo se non si è in grado di operare un decentramento.

Le famiglie allargate rischiano di essere spesso fonte di malessere per i suoi componenti ma possono anche, se ben condotte, divenire fonte, viceversa, di articolazione e arricchimento affettivo e cognitivo.

 

Colloqui individuali preliminari: per la formazione del gruppo è necessario che vengano svolti preliminarmente colloqui individuali al fine di chiarire la proposta e meglio comprendere la domanda di cui ogni persona potenzialmente interessata è portatrice. Il colloquio preliminare è gratuito.

 

È prevista la partecipazione di un numero minino di 6 persone per attivare il gruppo.

 

Il numero minimo di incontri è 10, ulteriormente estensibile su richiesta dei partecipanti.

 

Gli incontri  hanno la durata di 2 ore.

 

Gli incontri sono a cadenza settimanale.

 

 

 

 

 

• MENOPAUSA:

L’INIZIO DELLA FINE O LA FINE PER UN NUOVO E DIFFERENTE INIZIO?

 

 

La menopausa rappresenta un passaggio fisiologico e naturale nella vita di ogni donna, ma non per questo privo di una sua complessità anche psicologica che può, a volte, sconfinare in un periodo più o meno travagliato e prolungato di crisi.

La menopausa segna, attraverso le importanti modificazioni del corpo che la caratterizzano, l’inesorabile trascorrere del tempo e la fine certa della capacità procreativa: essa richiede perciò una rielaborazione, simile a quella del lutto, relativa ad una certa immagine di sé e una rimodulazione della propria identità. La cultura giovanilistica in cui siamo immerse, che tende a rinviare ogni accettazione dell’invecchiamento, certamente non ci aiuta in questo compito.

La menopausa può facilmente associarsi a vissuti depressivi, pensieri di morte e di inutilità, come se la cessazione della fertilità (anche quando non si aveva comunque più in progetto di avere dei figli), insieme ai cambiamenti fisici che l’accompagnano, fosse la fine di ogni possibile creatività, di ogni occasione di piacere e piacersi, di ogni opportunità di donarsi e di ricevere, o di ogni realizzazione di sé.

Inoltre, a rendere più ardua questa fase della vita, capita a volte che, stante l’età in cui la menopausa si realizza, essa coincida con altri cambiamenti o eventi psicologici significativi come l’accudimento di un genitore malato o la sua morte e/o il doversi separare da figli sempre più autonomi. Ciò che non può che accentuare il sentirsi quanto meno demoralizzati e il percepirsi private tutto d’un tratto di ogni ruolo familiare e sociale.

Eppure è possibile riemergere rinnovate da questo cambiamento che, come per la pubertà, vede strettamente intrecciati aspetti corporali, psicologici, culturali e sociali. In gruppo è più facile perché il gruppo aiuta a superare la sensazione di essere senza risorse e sole nell’affrontare questo processo di trasformazione, a maggior ragione che viviamo in una cultura che, a differenza di altre, non conferisce alcun maggior prestigio alle donne entrate nel climaterio, anzi, e in una società dove le reti sociali, soprattutto in città, sono sempre più sfilacciate.

 

Colloqui individuali preliminari: per la formazione del gruppo è necessario che vengano svolti preliminarmente colloqui individuali al fine di meglio comprendere la domanda di cui ogni madre potenzialmente interessata è portatrice e di chiarire la proposta. Il colloquio preliminare è gratuito.

 

È prevista la partecipazione di un numero minino di 6 persone per attivare il gruppo.

 

Il numero minimo di incontri è 10, ulteriormente estensibile su richiesta dei partecipanti.

 

Gli incontri  hanno la durata di 2 ore.

 

Gli incontri sono a cadenza settimanale.

 

 

 

 

 

• FACCIAMO MONDO INSIEME

Percorso di gruppo per donne in gravidanza

per condividere emozioni, attese, preoccupazioni, gioie e aprirsi al nuovo che verrà

 

 

La gravidanza è un processo di trasformazione fisico e psichico insieme che implica il fare spazio corporeo, com’è di immediata evidenza, ma anche mentale ad una nuova vita.

Mettere al mondo è cioè un processo anche simbolico. Esso interessa primariamente la donna in quanto tale ma anche in quanto parte di una coppia che dovrà, anch’essa, trovare un nuovo equilibrio, passando da una configurazione a due ad una a tre (e poi recuperando di nuovo una dimensione specificamente di coppia che fluidamente sappia alternarsi ad una triangolare).

Diverse sono le fasi psicologiche che la gestante attraversa durante le 40 settimane circa di gravidanza, anche in ragione del mutare delle condizioni fisiche e dell’approssimarsi al parto, e, ovviamente, della propria storia anche di figlia. Divenire madre, infatti, a livello profondo significa rimodulare l’immagine di sé e il proprio vissuto rispetto alla relazione con le figure genitoriali, in particolare con la madre.

Il modo in cui si vive la gravidanza dipende, inoltre, dalle rappresentazioni della maternità presenti nella cultura di appartenenza. Anche per il fatto di comportare una condizione irreversibile - quella di madre, appunto - la gravidanza è densa di implicazioni emotive di differente segno. E benché nella cultura in cui viviamo ci sia un immaginario della maternità fortemente connotato in termini di disponibilità a donare, a tratti fin troppo “celestiale” e carico di aspettative idealizzate, è indubbio che la maternità implichi anche più che comprensibili emozioni ambivalenti, censurare le quali non è di nessun aiuto. Un bambino infatti è anche una responsabilità, un vincolo ed un sacrificio, almeno in parte e per un certo tempo, di altre dimensioni di sé, oltre che una fonte di gioia. Provare emozioni non solo positive non vuol dire danneggiare il proprio bambino tanto più quanto più esse risultano o divengono consapevoli ed accettate.

Ho detto prima che mettere al mondo è un processo simbolico. Il bambino che si porta in grembo è infatti investito delle fantasie su chi sarà tanto dalla madre quanto dal padre, ma tale immaginario dovrà poi inevitabilmente essere confrontato con il bambino in carne e ossa e il suo temperamento, sicuramente differente dal bambino pensato (il “bambino della notte” secondo l’espressione della psicoanalista Silvia Vegetti Finzi). Quindi fare mondo vuol dire anche potersi preparare ad incontrare l’alterità.

Il confronto in gruppo consente di condividere le tante e differenti emozioni del fare mondo superando una condizione di potenziale solitudine a cui la nostra società perlopiù relega le donne incinte, a differenza di quanto accade in molte altre culture dove la maternità è un fatto decisamente più sociale e condiviso fra le donne della propria comunità di appartenenza che si prendono cura della gestante fornendole sicurezza.

L’esperienza del gruppo consente anche di aprirsi all’alterità specifica di ogni altra donna del gruppo in quanto portatrice della propria storia unica e irripetibile. Esercitarsi, per così dire, all’alterità aiuta a saperla incontrare ovunque, anche nei confronti del proprio bambino.

 

Colloqui individuali preliminari: per la formazione del gruppo è necessario che vengano svolti preliminarmente colloqui individuali al fine di chiarire la proposta e meglio comprendere la domanda di cui ogni persona potenzialmente interessata è portatrice. Il colloquio preliminare è gratuito.

 

È prevista la partecipazione di un numero minino di 6 persone per attivare il gruppo.

 

Il numero minimo di incontri è 8, ulteriormente estensibile su richiesta dei partecipanti.

 

Gli incontri  hanno la durata di 2 ore.

 

Gli incontri sono a cadenza settimanale.

 

 

 

 

 

 

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